top of page

Allenamento Femminile

Immagine del redattore: Silvia ZarroliSilvia Zarroli

Da molto tempo volevo dedicare un post all’allenamento femminile, penso sia un argomento interessante per i lettori e le lettrici perché la nostra palestra è frequentata per il 90% da donne.


Purtroppo è anche un argomento molto difficile da trattare, questo perché l'adesione femminile alla pratica sportiva propriamente detta (nella quale si ricerca un miglioramento nell'espressione atletica specifica), seppur in crescita, rimane proporzionalmente inferiore all'impegno motorio con finalità estetiche. (R. Borgacci).


Trattando l’argomento ricordo che il post non vuole esprimere alcun principio morale, opinione o visione stereotipata del comportamento o delle attitudini "tipicamente" femminili.

Ciò nonostante, sarebbe sbagliato negare delle oggettività che riguardano noi donne.

Pertanto vi svelo gli errori e le credenze sul fitness che interessano il pubblico femminile.


Gli errori delle donne in palestra:

1) trascurare gli allenamenti di bioresistenza, privilegiando solo le attività di tipo aerobico. La mancanza di esercizi con i pesi comporta una mancanza di consistente diversificazione della forma del corpo e di minima differenziazione del metabolismo basale. Una maggiore percentuale di muscoli apporta un vero aumento del metabolismo basale che genera nel corpo umano un miglioramento fisico indiscutibile in termini di composizione corporea. (R. Borgacci)


2) Anteporre l’obiettivo estetico a qualunque altro aspetto dell'allenamento.

Si deve valorizzare la funzionalità del workout prima di tutto e solo in secondo luogo le conseguenze estetiche che questo potrà dare al corpo. Muoversi solo per apparire meglio è una strategia fallimentare che non porta a frequentare le lezioni con la costanza necessaria a migliorare proprio ed anche sotto il profilo estetico.

Il risultato è l’abbandono della palestra troppo presto.


L’allenamento deve appassionare e deve creare lo stimolo necessario affinché il corpo si attivi per produrre proprio il cambiamento che vogliamo, potrebbero volerci più di 3 o 4 mesi per “vedere” e “sentire” i miglioramenti che ci hanno spinto a pagare un primo abbonamento in palestra.


3) Altro errore comune alla maggior parte delle donne è quello di credere che il ciclo mestruale costituisca un "problema". Non è così; (per la donna sana e in assenza di patologie) il ciclo mestruale è una condizione fisiologica naturale e non deve essere necessariamente un problema nella pratica sportiva.


La fertilità è una condizione fisiologica e positiva, nel contesto sportivo ammetto che può essere disagevole, ma non è un problema nemmeno un ostacolo nelle prestazioni, infatti nei giorni delle mestruazioni le atlete hanno registrato tempi di reazione più rapidi e commettono meno errori sul campo, anche se non ne hanno percezione. (Focus.it)


In assenza di condizioni patologiche, il ciclo mestruale è una condizione naturale con la quale il sesso femminile convive normalmente.


L’educazione fisica a scuola è la prima lezione che trova questa “motivazione” per essere esclusa come attività motoria. Percepirla come un’attività di cui “possiamo fare a meno fin da piccole e a scuola”, diventa psicologicamente un nostro limite appreso.


Il primo requisito necessario al progresso fisico è la continuità. Se scegliamo di non sopportare, non si può nemmeno pretendere di raggiungere il proprio obiettivo sportivo facilmente.

Organizzare il proprio tempo anche per l’attività sportiva è fondamentale per la riuscita.

Vi aspetto in palestra!



 
 
 

Comments


bottom of page